La reputazione è social
Relazioni, tempo libero e informazione. I social media hanno catturato una larga parte della nostra giornata. In particolare, nelle nuove generazioni, se si guarda solo alla fetta “informazione”, il 42% dei giovani europei (tra i 16 e i 30 anni) usa in maniera pressoché esclusiva questi canali per saperne del mondo (in Italia il dato sale al 44%) . A evidenziarlo è l’indagine Eurobarometro che ci fa poi sapere che la piattaforma principale per i giovani in cerca di notizie è Instagram (47%), seguita da TikTok (39%).
Se il nostro tempo, dunque, è “rapito” da questi touch point digitali è evidente che chi si vuol fare ascoltare, e apprezzare, non può che presidiarli con attenzione. I brand sono da tempo attivi su queste piattaforme. È qui che si sviluppa una relazione “dialogante” con i clienti o potenziali tali. Ed proprio la capacità di essere originali e accattivanti, ma anche trasparenti ed efficienti nell’interlocuzione, che oggi determina reputazione di marca. Per farlo ci vogliono conoscenze, tempo e una buona dose d’empatia. Oltre che, a volte, un supporto professionale esterno.