Lost in communication

Il mondo della comunicazione è in continua evoluzione. La nascita di nuovi strumenti, app e servizi, ha comportato parallelamente un cambio nelle abitudini di accesso ai media da parte del pubblico che oggi può scegliere fra diverse modalità di fruizione.

Il 55° Rapporto Annuale 2021 del Censis ha analizzato il comportamento degli italiani in materia di “consumo” della comunicazione. In quest’anno si sono consolidati alcuni cambiamenti prodotti dalla pandemia che già aveva influenzato le abitudini degli utenti nel 2020. La televisione è cresciuta su tutti i fronti nel biennio 2019-2021: quello tradizionale (+0,5%), quello relativo a web TV e smart TV (+7,4%) e mobile (+5,2%). Anche l’ascolto di trasmissioni radiofoniche su internet è aumentato (+5,4%). In crisi è rimasta la carta stampata, mentre, complice il lockdown, è cresciuto l’uso di internet (+4,2% rispetto al 2019), parallelamente all’acquisto di telefoni, computer e accessori audiovisivi.

Ma come si sono informati gli italiani durante il 2021? Dallo studio del Censis è emerso che durante i giorni dell’emergenza sanitaria, il 60,1% degli italiani ha scelto di affidarsi ai telegiornali mentre il 30,1% a Facebook. Seguono Google (22,9%), le tv all news (22,5%), i quotidiani online (12,5%) e cartacei (11,7%).

La comunicazione oggi si muove attraverso una miriade di canali che “bombardano” costantemente il pubblico con messaggi e informazioni. In questo flusso comunicativo, però, c’è spesso il rischio di imbattersi in notizie non del tutto verificate o la cui autenticità risulta essere difficilmente comprovabile. La pandemia ha più volte messo in luce la fragilità del sistema di comunicazione nella gestione della mole di notizie che rimbalzavano da un media all’altro, generando confusione.

La costruzione di un’informazione e di una comunicazione più attenta e autorevole, in grado di contenere la diffusione di notizie false, passa innanzitutto dalla media literacy del pubblico, vale a dire l’acquisizione dell’insieme di competenze necessarie per conoscere i media e valutarne i contenuti in modo critico. In secondo luogo, è necessaria una presa di responsabilità da parte dei professionisti della comunicazione e delle piattaforme che, non solo devono lavorare per garantire una comunicazione affidabile e di qualità, ma si trovano anche nella condizione di adattare il messaggio da comunicare alle diverse modalità di fruizione e ai diversi canali oggi disponibili rispettandone target, tempistiche e format. Solo così la comunicazione risulterà un sicuro ed efficace strumento di crescita  democratica.

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