Comunicazione Food: 3 errori da evitare
Nel grande racconto del cibo italiano – dove ogni biscotto ha un nonno e ogni salsa una bisnonna – le piccole aziende spesso inciampano in tre errori comunicativi, ingenui come cuccioli ma fatali come funghi velenosi.
1. Target sfocato come una birra annacquata.
Senza una segmentazione chiara, il messaggio si disperde. Parlare a “tutti” equivale a non colpire nessuno. Serve un buyer persona, con abitudini, gusti e codice postale precisi.
2. Prodotto al centro, ma il brand in panchina.
Esporre il vasetto senza narrazione è come spedire una lettera senza mittente. Il brand storytelling va intrecciato: territorio, filiera, visione. Chi sei, prima di cosa vendi.
3. Social media come mercato rionale.
Spingere offerte e listini ogni giorno è push marketing vecchia scuola. Oggi servono engagement, user generated content, autenticità. Il cliente non compra, partecipa.
Uscire dalla nebbia si può, ma serve un navigatore che comprenda strategia, tono di voce e uno sguardo che sa vedere il futuro del food, anche quando è sottovuoto.