Scrivere per vendere: il copy che converte
Nel web, il lettore non legge: scorre, valuta, clicca o scappa. Il sito non è una vetrina, è un funnel mascherato da racconto. Chi scrive per vendere non deve “comunicare il brand”, ma guidare l’utente a compiere un’azione.
Via il gergo da brochure fatto di “soluzioni integrate”, “leader di mercato”, via-libera invece a microcopy orientato all’utente, headline con value proposition chiara, testi che rispondano a una domanda implicita: “Cosa ci guadagno?”.
I contenuti devono essere progettati come l’utente legge e scorre la pagina. Il testo deve “guidare” lo scroll: fluido, leggibile, interessante, evitando blocchi troppo lunghi o muri di testo. La scrittura deve anticipare i bisogni dell’utente man mano che scorre. Recensioni, dati, citazioni, certificazioni e premi possono consolidare autorevolezza e credibilità (credibility trigger). Poi un bottone ben piazzato è più eloquente di mille paragrafi (Call To Action).
Scrivere per il web è un esercizio di sottrazione: togli il superfluo, lascia il necessario. E ricordati: il tono non è un vezzo, è un asset strategico. Un sito che non-vende, spesso non è scritto male… È solo scritto per chi lo ha progettato e non per chi lo visita.